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Cosa significa disturbo post traumatico da stress?
In questo articolo scientificamente radicato, ma espresso in parole semplici, vediamo cosa è il PTSD, quali sono i sintomi del disturbo post traumatico da stress e le terapie migliori.
Il disturbo post-traumatico da stress (o PTSD, il cui significato è Post Traumatic Stress Disorder) è una forma di disagio psichico che nasce in seguito a un’esperienza fortemente destabilizzante.
Studiato e definito negli Stati Uniti d’America a partire dalla fine della guerra del Vietnam (allo scopo di comprendere gli effetti del conflitto sui veterani e i loro familiari), il PTSD può manifestarsi in pazienti di qualsiasi età, che si tratti di bambini, adolescenti o adulti.
Inoltre, non riguarda soltanto i protagonisti dell’evento scatenante, ma anche familiari, soccorritori e semplici testimoni.
La sindrome post traumatica può derivare da una ripetuta esposizione ad abusi di varia natura o a episodi di violenza e causare attacchi di panico, sensi di colpa, confusione emotiva.
Essendo una forma di disagio piuttosto complessa e legata a molteplici fattori, sia ambientali che personali, la diagnosi di sindrome post traumatica non è né semplice né univoca.
Dal punto di vista clinico, viene definita come:
“UNA CONDIZIONE ACUTA DI STRESS, CHE SI MANIFESTA IN SEGUITO ALL’ESPOSIZIONE AD UN EVENTO TRAUMATICO”.
Ogni individuo possiede una diversa vulnerabilità e suscettibilità alle condizioni di stress, anche in relazione ad un minore o maggiore coinvolgimento nell’esperienza traumatica.
Tuttavia, alcuni studi hanno chiarito come, soprattutto nel caso di bambini e adolescenti, persino un’esposizione mediata a fatti di una certa rilevanza possa generare condizioni di forte stress, riferibili a PTSD.
Secondo le ricerche attualmente disponibili, gli individui più colpiti da questa malattia sono i giovani adulti.
I sintomi della sindrome post traumatica sono molteplici.
I sintomi tendono a svilupparsi in seguito a un evento traumatico, o percepito come tale.
Il paziente reagisce all’esperienza con una paura e un senso di impotenza tali da indurlo a dimenticare alcuni dettagli fondamentali della vicenda; tuttavia, l’evento traumatico viene rivissuto a più riprese.
Le conseguenze maggiori del trauma consistono proprio nel rivivere l’evento attraverso una serie di ricordi intrusivi, che includono sensazioni, pensieri e immagini, oppure mediante frequenti sogni spiacevoli.
Molte persone riferiscono di sentirsi esattamente come se l’evento in questione stesse accadendo di nuovo (percezioni, flashback, allucinazioni, etc).
È frequente anche che le stesse persone reagiscano male o provino disagio venendo a contatto con elementi che, in qualche modo, riproducono determinati aspetti dell’evento traumatico scatenante.
Ciò induce i pazienti con PTSD ad adottare condotte tese ad evitare gli stimoli legati al trauma, ovvero luoghi, persone o conversazioni capaci di evocare ricordi spiacevoli.
Uno dei sintomi più frequenti tra quelli associati alla sindrome post traumatica da stress è l’incapacità di ricordare alcuni aspetti fondamentali dell’evento scatenante ( es. amnesia dissociativa). A questo si aggiungono:
Il disturbo post traumatico da stress per essere considerata tale, la sindrome post traumatica da stress deve manifestarsi a distanza di settimane o mesi dall’evento scatenante e i suoi sintomi devono durare almeno un mese.
Il decorso della malattia può essere cronico o acuto; purtroppo, meno di un terzo dei pazienti totali va incontro a una remissione completa dei sintomi.
In genere, l’evoluzione è meno favorevole nei bambini e negli anziani (come nel caso dei cosidetti “anziani ingestibili”) che non negli adolescenti e negli adulti. Esistono tre tipologie principali di sindrome post traumatica:
Nei pazienti con PTSD, mediante test specifici, è possibile ravvisare tali condizioni:
Il trattamento è sia psicologico che farmacologico e prevede l’uso di ansiolitici, antidepressivi e beta-bloccanti.
NIMH (National Institute of Mental Health) e APA (American Psychological Association) suggeriscono di ricorrere alle cosiddette terapie del comportamento cognitivo, grazie alle quali il paziente può imparare a gestire ansia, depressione e attacchi di panico e a modificare eventuali comportamenti dannosi.
Anche le terapie di gruppo hanno dato buone indicazioni in tal senso. In genere, ciascun trattamento dura tra le 6 e le 12 settimane, ma può variare in base alle condizioni dell’assistito, con follow-up durante il periodo successivo.
Può rivelarsi molto importante il coinvolgimento della famiglia (https://psycnet.apa.org/record/2002-00889-015 ).
Psicologi e psichiatri, inoltre, hanno sottolineato a più riprese l’importanza di lavorare per eliminare la causa dello stress prima di inaugurare il trattamento vero e proprio.
Alcuni aspetti fisiologici associati possono essere curati in modo naturale ricorrendo alla fisioterapia specifica per il dolori dopo un evento traumatico.
Un aspetto fondamentale è la consapevolezza che le vittime dell’evento e le persone coinvolte in maniera più ampia hanno del PTSD.
Di conseguenza, è necessario che il trattamento parta sempre con una fase educativa e informativa circa l’evoluzione e le possibili conseguenze della malattia.
Riconoscere i sintomi PTSD durante le settimane e i mesi successivi ed agire rapidamente per trattarli e gestirli in maniera efficace, è un aspetto in grado di influenzare in maniera significativa il successo della terapia.